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Lettonia, allo studio lo smantellamento dei binari ferroviari verso la Russia

Il governo della Lettonia ha confermato di stare valutando la possibile rimozione di alcune tratte ferroviarie che collegano il Paese al territorio russo. L’annuncio ufficiale è stato fatto il 26 novembre , al termine dell’incontro settimanale tra il Presidente Edgars Rinkēvičs e la Primo Ministro Evika Siliņa . Secondo le autorità di Riga, entro dicembre saranno raccolte e analizzate tutte le informazioni tecniche, logistiche e strategiche relative a un eventuale smantellamento della linea ferroviaria situata lungo il confine orientale. L’analisi sarà condotta con il sostegno delle Forze Armate Nazionali e in stretto coordinamento con Lituania ed Estonia , per una posizione condivisa tra gli Stati baltici. Il Presidente Rinkēvičs ha chiarito però che una decisione più definita potrà arrivare solo all’inizio del 2026, mentre un pronunciamento ufficiale e più preciso è atteso non prima dell’inizio del 2026, con ulteriori conferme possibili a 2026 inoltrato. In ogni caso, non verrà ado...

Da Kyiv un messaggio chiaro: nessuna impunità per i corrotti

Se davvero la leadership si misura nei momenti di prova, l’ Ucraina ha dimostrato in questi anni di essere una nazione che non si inginocchia . Resistere ai missili che hanno martoriato le centrali elettriche, sopportare il buio forzato dei blackout mentre l’inverno si avvicina, continuare a combattere quando l’aggressore colpisce l’energia per spezzare la società: tutto questo non è solo coraggio, è identità. Per questo, quando emergono inchieste come quella condotta dall’ autorità anticorruzione ucraina , il giudizio non può essere tiepido. Chi sottrae fondi a uno Stato in guerra, chi drena risorse destinate alla riparazione delle infrastrutture energetiche o al sostegno dello sforzo bellico, non è semplicemente un disonesto . È qualcosa di molto peggiore: è un traditore. È un traditore perché colpisce alle spalle i cittadini che resistono al freddo e all’oscurità, è un traditore perché ruba non solo denaro ma fiducia, ed è un traditore perché – in un momento in cui ogni euro ha i...

Un vero piano per fermare l'aggressione russa

Questa immagine dovrebbe bastare per decidere da che parte stare. Ecco i 5 punti che dovrebbero essere alla base di qualunque piano di pace per l’Ucraina: Condanna ferma e senza ambiguità dell’invasione russa; Dire la verità su Putin: è responsabile di crimini di guerra, non un interlocutore legittimo; Congelamento e confisca di tutti gli asset russi all’estero per bloccare ogni fonte di finanziamento alla macchina bellica; Sanzioni totali e senza compromessi per smantellare l’economia di guerra russa e colpire chiunque la sostenga; Supporto militare rapido e risolutivo all’Ucraina, per invertire gli equilibri sul campo e imporre un costo immediato all’aggressore. Tutto il resto non è pace: è solo tempo regalato a chi prepara il prossimo massacro.  La pace si costruisce fermando la violenza, non rinviandola.

Trascrizione trapelata della telefonata Witkoff–Cremlino: Washington nel caos

La diplomazia americana riscritta al telefono, ma dalla parte sbagliata della storia. Una trascrizione riservata di una telefonata tra l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff e i massimi consiglieri del presidente russo Vladimir Putin – rilanciata come scoop da Bloomberg – ha fatto detonare una crisi politica a Washington , dove l’opinione pubblica vede nelle parole dell’emissario americano un indice allarmante di deferenza verso Mosca.  Nel colloquio, Witkoff rivendica di avere “ampio spazio e discrezionalità” per arrivare al deal sulla guerra in Ucraina, un mandato a mano libera che non somiglia a un’investitura negoziale, ma a un lasciapassare per ridefinire l’equilibrio al tavolo della pace in favore del Cremlino. La telefonata, lungi dall’essere un episodio isolato, si incastona in una sequenza di interazioni avvolte dal sospetto: otto chiamate dirette tra Trump e Putin, cinque incontri personali tra Witkoff e il leader russo, un summit in Alaska celebrato come pr...

Il 28 punti della Vergogna

Le guerre non si combattono solo con i carri armati e lungo le linee del fronte. Si giocano, e spesso si decidono, anche nello spazio invisibile delle narrazioni: in ciò che scegliamo di credere, nelle illusioni a cui ci aggrappiamo, nei pericoli che ignoriamo perché più comodo non vederli. Le storie che accettiamo sono armi potenti quanto qualsiasi arsenale. Ronald Reagan lo ricordava con brutale chiarezza: cedere alla comodità, pensare che la buona volontà basti a fermare chi non ne ha, è pura follia. La storia del Novecento è un monumento alle conseguenze dell’ingenuità: quando si scambia l’aggressore per un interlocutore affidabile, il prezzo ricade sempre sui più vulnerabili. È per questo che risultano così tanto inquietanti le proposte che oggi vorrebbero imporre all’Ucraina una resa camuffata da compromesso. Come ha sottolineato il deputato repubblicano Don Bacon , chiedere a un Paese invaso di rinunciare al proprio territorio, ridurre drasticamente il proprio esercito, rinu...

Servizio del TG1 del 19 novembre 2025

La mamma detenuta nel Donetsk occupato, lui a 13 anni finito nei campi scuola russi dove veniva indottrinato. Julia e Mark, supportati dalla ONG che si occupa di riportare a casa i bambini ucraini rapiti, raccontano la loro storia al TG1. "A scuola ci facevano cantare tutti i giorni l’inno nazionale russo. Ci dicevano – racconta Mark – che gli ucraini ci avrebbero ucciso e che esiste un solo grande Stato: la Russia, che ci avrebbe salvato". Mark oggi ha quattordici anni: ne aveva undici quando i russi hanno arrestato sua madre nella loro casa, nella città occupata di Torez. Per lui, affidato temporaneamente a un’amica di famiglia, è cominciato l’indottrinamento. "D’estate mi hanno mandato in Russia, in un campo scuola. I militari ci insegnavano a usare le armi. Ci dicevano che presto avremmo combattuto al loro fianco. Erano gentili, tifavo per loro". Solo dopo aver riabbracciato la madre – liberata in uno scambio di prigioniere – e dopo aver visto le bombe che i rus...

Per non dimenticare Oleksandr

Oggi ricordiamo Oleksandr Savov , soldato della 36ª Brigata Fanteria di Marina ucraina , che dopo aver difeso fino all’ultimo la resistenza nello stabilimento Azovstal a Mariupol si è arreso, dovendo sperimentare l'atrocità della prigionia russa.  In quella trappola della guerra ha vissuto quasi tre anni di detenzione da cui è tornato soltanto otto mesi fa, gravemente malato: tubercolosi, malattie della pelle, linfedema alle gambe, cicatrici profonde – fisiche e psichiche . Di quella prigionia non si è mai veramente liberato: è riuscito a tornare a casa, ma le ferite che si portava dentro erano troppo profonde. E oggi Oleksandr non c’è più. Savov aveva raccontato che il “trattamento” subito in prigionia è stato " essenzialmente tortura e sperimentazione medica" . Poche parole, ma pesanti come macigni. Non possiamo ignorare che dietro la sua storia individuale ci sia l’ esperienza collettiva di migliaia di militari ucraini prigionieri , che dopo la resa ad Azovstal sono s...

"IF RUSSIA WINS": un libro da leggere

   “If Russia Wins” del politologo tedesco Carlo Masala è uno di quei libri che costringe il lettore a fermarsi, respirare e fare i conti con un futuro che fino a ieri sembrava impensabile e che oggi, invece, bussa con inquietante insistenza alla porta dell’Europa. Masala non indulge in rivelazioni sensazionalistiche: il suo valore sta altrove, nella capacità di collegare in modo chiaro e rigoroso fatti che molti hanno osservato negli ultimi decenni senza riuscire davvero a inserirli in un quadro coerente. Il risultato è un’analisi che suona allarmante non perché esagerata, ma perché estremamente plausibile. Il punto di partenza è semplice e disarmante: la Russia non aspira a una Terza Guerra Mondiale, non vuole l’escalation nucleare che spesso agita come spauracchio. Ciò che cerca è molto più subdolo, e al tempo stesso devastante: la sconfitta dell’Occidente senza guerra, l’erosione della credibilità della NATO e l’indebolimento progressivo della struttura politica e democra...

L’Europa sotto pressione: il Consiglio di Difesa rilancia sull’Ucraina e sulla sicurezza ibrida

Il Consiglio Supremo di Difesa si è riunito al Quirinale in un passaggio storico che segna un ulteriore irrigidimento dello scenario internazionale. La guerra in Ucraina , che ormai dura da tre anni e otto mesi, continua a rappresentare il principale fattore di instabilità per la sicurezza europea . La Russia prosegue con determinazione nei suoi obiettivi di annessione, mentre Kyiv resiste sotto una pioggia di bombardamenti che mira a colpire infrastrutture energetiche, nodi logistici, centri abitati: una strategia di logoramento che impone alla popolazione costi umani e materiali sempre più pesanti. È di fronte a questa realtà che il Consiglio ha ribadito con fermezza il sostegno italiano all’Ucraina , un impegno che si inserisce nelle iniziative della NATO e dell’ Unione Europea e che guarda non solo all’ emergenza militare , ma anche al futuro percorso di ricostruzione del Paese. Proprio l’evoluzione tecnica della guerra dimostra quanto il conflitto abbia trasformato i criteri ...

Le stanze gemelle del potere: come Putin si nasconde in bella vista

Secondo una nuova indagine dell’unità investigativa Systema, Vladimir Putin avrebbe fatto costruire repliche quasi perfette dei propri uffici in diverse regioni della Russia, così da confondere osservatori, media e potenziali aggressori sulla sua reale posizione . Gli investigatori hanno identificato almeno tre stanze identiche in residenze separate, scoprendo che numerosi incontri ufficialmente attribuiti alla residenza di Novo-Ogaryovo , alle porte di Mosca, si sarebbero in realtà svolti a centinaia di chilometri di distanza, principalmente a Sochi e soprattutto nella tenuta di Valdai , divenuta negli ultimi anni il rifugio preferito del despota del Cremlino. Analizzando oltre 700 video e confrontandoli con registri di viaggio trapelati dell’entourage presidenziale, i ricercatori hanno individuato minuscole discrepanze nell’arredamento e nei dettagli architettonici: l’altezza di una maniglia, la posizione di un termostato, la tonalità di un tavolo, la forma di un mobile TV, pers...

La favola sporca di Christopher Eppinger

Quando la guerra in Ucraina ha sconvolto il mercato dell’energia e le sanzioni europee hanno chiuso le porte al petrolio russo, c’è stato chi ha saputo trasformare la crisi in un’occasione per arricchirsi. Tra questi, Christopher Eppinger, 31 anni, tedesco del nord, che in appena due anni e mezzo è riuscito ad accumulare circa 250 milioni di dollari — poco più di 216 milioni di euro — sfruttando le pieghe delle regole internazionali e i confini ambigui della legalità economica. La sua vicenda, raccontata dal Financial Times, non è una storia di successo, ma il ritratto impietoso di un capitalismo spregiudicato, dove la furbizia conta più dell’etica e il profitto cancella qualsiasi senso di responsabilità. Eppinger, cresciuto tra Amburgo e il Kazakistan, ha costruito il proprio impero partendo da una piccola società di trading, Ce Energy (poi Ce Holding). Pochi dipendenti, ma una rete di relazioni capillare. La base delle sue operazioni era Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, un porto ...

Russia: tutt’altro che una superpotenza

Le ultime riprese provenienti dall’ autostrada E50, nei pressi di Pokrovsk , mostrano un’immagine eloquente dello stato attuale dell’offensiva russa: un convoglio disordinato di  vecchi mezzi militari , motociclette e  veicoli improvvisati  che avanzano nella nebbia. Un quadro che ricorda più un film post-apocalittico alla  Mad Max  che le operazioni di quello che un tempo veniva definito “ il secondo esercito del mondo” . Questo è oggi  il volto delle forze d’invasione  del Cremlino:  esauste, male equipaggiate  e sempre più  demoralizzate  dopo quasi quattro anni di guerra. Nonostante la superiorità numerica, Mosca non è riuscita a ottenere la svolta decisiva che insegue dall’inizio dell’aggressione. Dall’altra parte, gli ucraini – in netta inferiorità di uomini e mezzi – continuano a difendere il proprio territorio con determinazione e pragmatismo, pur pagando un prezzo altissimo in termini di perdite e logoramento. Tuttavia, re...

25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Il 25 novembre celebreremo la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le donne. Una violenza che, come ha dichiarato il Presidente Mattarella,  “scuote le coscienze del Paese. Una società umana , ispirata a criteri di civiltà, non può accettare , non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne , quando non il loro assassinio ”. Vite strappate ai loro affetti e al loro futuro, brutalmente uccise. La morte, tuttavia, è lo stadio finale, il gesto estremo, di un percorso che distrugge ed annienta in ugual misura la ragazza, la donna, la madre e mi riferisco a episodi di sopraffazione e violenza non solo fisica ma anche psicologica, verbale, economica, allo stalking, a comportamenti possessivi, espressione di una visione sbagliata di ruoli e di stereotipi. Riflettere sul significato profondo della giornata del 25 novembre è, dunque, molto importante. Occorre lavorare tutti insieme, con determinazione, per sconfiggere i modelli comportamentali ...

Dalla capitale cosacca alle macerie di oggi: Baturyn come monito

Il 2 novembre 1708, l’armata moscovita dello zar Pietro I ordinò la distruzione della città ucraina di Baturyn , allora capitale dell’“ etmanato” cosacco guidato da Ivan Mazepa. Questa terribile rappresaglia fu la risposta diretta alla decisione di Mazepa di liberare l’Ucraina dal controllo di Mosca e di orientarla verso l’Europa, scegliendo di allearsi con lo svedese Carlo XII durante la Guerra del Nord. La sua scelta non fu un atto di ribellione personale, ma un gesto di coraggio politico e di aspirazione nazionale: il tentativo di garantire al popolo ucraino indipendenza e dignità. Lo zar Pietro I, incapace di tollerare questa affermazione di sovranità, ordinò al suo viceré Alexander Menshikov di prendere Baturyn e punire senza pietà l’intera città. Una volta assediata, le forze moscovite irruppero con furia distruttrice . Quello che seguì fu un massacro di proporzioni spaventose: la popolazione civile ucraina, composta da cosacchi, donne e bambini, fu sterminata senza distinzi...

Leonardo, tre attacchi informatici ogni ora: il TG1 entra nel bunker della sicurezza nazionale

Le telecamere del TG1 sono entrate nel cuore della difesa cibernetica italiana , il bunker di Leonardo dove ogni giorno si neutralizzano attacchi informatici provenienti da tutto il mondo. Qui, tra monitor e algoritmi, esperti e analisti lavorano senza sosta per proteggere infrastrutture strategiche, aziende e istituzioni. “Gli attacchi sono sempre di più — almeno tre ogni ora”, spiega il presidente di Leonardo, che guida uno dei centri di cybersecurity più avanzati d’Europa. È una battaglia silenziosa , combattuta con codici e intelligenza artificiale, in cui la rapidità di reazione è decisiva quanto la tecnologia. L’inviata del TG1 Claudia Antinoro ha visitato il centro, raccontando come si lavora dietro le quinte della sicurezza nazionale, dove ogni minaccia digitale viene individuata, analizzata e disinnescata prima che possa colpire.

Londra, Parigi, Zurigo: i rifugi dorati del potere russo

Il paradosso della Russia di Putin non è che tema l’Occidente, ma che prosperi grazie ad esso. Mentre il Cremlino accusa Londra, Parigi o Zurigo di essere simboli della decadenza occidentale, sono proprio queste città a diventare i santuari del denaro russo, i luoghi in cui gli oligarchi e i funzionari di stato mandano i propri figli a studiare, investono in immobili di lusso e mettono al sicuro il frutto delle loro ricchezze spesso ottenute attraverso reti di potere e corruzione. L’influenza russa in Europa non è nascosta: è discreta, sistematica, silenziosa. Dal 2016, oltre un miliardo e mezzo di sterline provenienti da individui legati al Cremlino o a casi di corruzione statale è stato canalizzato nel mercato immobiliare britannico, trasformando quartieri come Westminster e Kensington in vere e proprie cassette di sicurezza di pietra bianca. Eaton Square , ironicamente, è ormai nota come “Red Square”. Londra ha sempre attratto ricchezze globali, da investitori americani, cinesi...

Droni russi a caccia di civili a Kherson

Il programma RAI inmezzorarai ha mandato in onda un servizio dove si parla degli attacchi russi con i droni contro i civili nella città di Kherson, al confine meridionale dell'Ucraina, che costituiscono crimini contro l'umanità e crimini di guerra. È questa la conclusione dell'ultimo rapporto della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite, pubblicato il 27 ottobre 2025. Secondo il rapporto, dal 2024 i piloti russi prendono di mira sistematicamente civili sui marciapiedi, nei giardini, ambulanze e vigili del fuoco. Nell'ultimo anno, stimano le autorità locali, sono stati uccisi in questo modo oltre 200 civili. Non si tratta di atti casuali ma - scrive la commissione di una politica coordinata volta a creare "un clima di terrore permanente" e a costringere i residenti ad abbandonare la città e le località vicine. Gli ucraini chiamano questa pratica "safari con i droni". Le unità militari russe pubblicano online video ...

Un colpo da 88 milioni, cinque arresti e un nome che porta fino a Mosca

Parigi si è svegliata con un’eco insolita: quella di otto vetrine vuote nella Galerie d’Apollon del Louvre , il cuore simbolico dell’arte francese. È lì che, il 19 ottobre, una banda di ladri ha trafugato gioielli reali per un valore stimato di 88 milioni di euro. Un furto compiuto in pieno giorno, con una precisione quasi chirurgica. Otto minuti. Non uno di più. Quattro uomini, travestiti da operai, un furgone con piattaforma elevatrice, due potenti scooter per la fuga. Tutto studiato al millimetro, tutto eseguito con freddezza militare. Ora, dieci giorni dopo, la storia si infittisce. La procura di Parigi ha annunciato cinque nuovi fermi , tra cui un sospetto chiave, identificato grazie a tracce di DNA trovate sulla scena. “Era uno dei nostri obiettivi principali. Lo tenevamo d’occhio”, ha dichiarato la procuratrice Laure Beccuau . Gli arresti sono scattati tra la capitale e la Seine-Saint-Denis, la stessa zona dove, pochi giorni prima, erano finiti in manette due uomini di 34 e 39 ...

L'accademia di spionaggio iraniana è stata hackerata in una grave violazione informatica collegata a obiettivi occidentali

Secondo quanto riferito, la principale accademia di addestramento allo spionaggio informatico dell'Iran è stata hackerata , facendo trapelare nomi e numeri di telefono di reclute addestrate a portare a termine attacchi sostenuti dallo Stato. La violazione è stata riconosciuta dalla Ravin Academy in un post su Telegram del 22 ottobre, in cui si accusavano i "rivali stranieri" di aver tentato di screditare i suoi programmi informatici in vista delle Olimpiadi nazionali sulla sicurezza informatica che si terranno alla fine di questo mese. "Questo incidente, unito alla ripetuta pubblicazione di contenuti falsi e fuorvianti in passato, ha l'obiettivo di danneggiare la reputazione di questa accademia, minare la sicurezza in Iran e compromettere la reputazione delle Olimpiadi Nazionali nel campo della sicurezza informatica", si legge nella dichiarazione. "Considerati gli sforzi dei media nell'ultimo anno per raggiungere gli obiettivi sopra menzionati, è n...

Seduzione ad alta tecnologia nella Silicon Valley

Le indagini dell’intelligence americana tornano a puntare il dito contro una forma di spionaggio antica quanto la Guerra fredda , rinnovata però nell’era dei social network: la seduzione come arma geopolitica. Secondo un’inchiesta del Times di Londra, Pechino e Mosca avrebbero messo in campo vere e proprie “spie sexy”, giovani donne dall’apparenza impeccabile e dal curriculum plausibile, incaricate di avvicinare dirigenti, ingegneri e ricercatori della Silicon Valley per estorcere segreti industriali.  Queste “honey trap” si muoverebbero tra LinkedIn, conferenze hi-tech e incontri riservati, fingendosi investitrici o professioniste del settore, capaci di insinuarsi nella vita privata dei target fino a guadagnarne la fiducia totale. Il fine sarebbe sottrarre informazioni strategiche, dalle tecnologie per la difesa all’intelligenza artificiale, e trasferirle silenziosamente all’estero. Un fenomeno tutt’altro che marginale, se si considera che il furto di proprietà intellettuale da...

La pace che nasce e muore nei salotti della comoda neutralità

I cosiddetti pacificatori da salotto — quelli che si danno grandi arie di competenza geopolitica e non esitano a dare lezioni all'Ucraina — dovrebbero finalmente dimostrare che le loro penne sanno colpire come sciabole e confrontarsi con una domanda scomoda: come si riesce a negoziare un cessate il fuoco, un accordo, o qualsiasi forma di compromesso con una controparte che dichiara apertamente l'intento di cancellare intere città? "Non ci sarà più vita. Non a Kharkiv. Non a Poltava. Non a Mykolaiv. Non a Odesa. Queste città non esisteranno. E Kyiv non esisterà" (Tratto dalla TV di Stato russa - video qui sotto con traduzione in italiano) Questa frase, pronunciata in diretta sulla TV di Stato russa dal propagandista Vladimir Solovyov , non è una provocazione isolata né una minaccia casuale: è parte integrante della retorica martellante che domina i canali russi, dove l’annientamento dell’Ucraina viene raccontato come obiettivo legittimo e inevitabile. In questo con...

L’asse energetico nascosto: la Cina al fianco della Russia nel commercio “ombra” del gas

Un trasferimento da nave a nave al largo della Malesia rivela la collaborazione segreta tra Pechino e Mosca per aggirare le sanzioni occidentali Il 18 ottobre 2025, in acque internazionali al largo della Malesia, due navi si sono affiancate per ore, lontano da qualsiasi porto o terminale. Dai satelliti e dai tracciamenti AIS – i segnali di identificazione automatica delle imbarcazioni – risulta che si trattava della Perle, una metaniera russa da 170.000 metri cubi, e della CCH Gas, una nave cisterna di proprietà della cinese Pacific Gas Shipping Ltd., registrata a Hong Kong. Le due unità avrebbero effettuato un trasferimento da nave a nave (STS) di gas naturale liquefatto, un’operazione tanto complessa quanto inusuale: il GNL richiede condizioni criogeniche e protocolli di sicurezza rigorosi, difficili da mantenere in mare aperto. Eppure, le immagini satellitari mostrano chiaramente le due navi accostate, in una posizione compatibile con il passaggio di carico. Secondo analisi indipend...

Affari con il regime: perché restare in Russia è una scelta etica sbagliata

Mentre la Russia continua a bombardare asili, ospedali e infrastrutture civili in Ucraina, mentre giornalisti vengono uccisi, prigionieri di guerra torturati e l’Europa intera è bersaglio di una guerra ibrida condotta con propaganda, sabotaggi e interferenze, alcune aziende internazionali continuano imperterrite a operare nel mercato russo. È difficile comprendere come ciò sia possibile, come si possa ritenere “neutrale” fare affari con un regime che porta avanti una guerra di aggressione brutale e sistematica. Non esiste neutralità in un contesto del genere: ogni contratto firmato, ogni prodotto venduto, ogni licenza rinnovata contribuisce, direttamente o indirettamente, a sostenere l’economia russa e dunque a finanziare la macchina bellica che devasta l’Ucraina e minaccia la stabilità europea. Non si tratta semplicemente di business. È una scelta etica. Le aziende che restano in Russia non possono nascondersi dietro la logica del mercato o dietro la scusa della complessità dei proces...

Export, l’Europa sotto l’ondata di merci cinesi respinte dagli Usa. I rischi per aziende e Bce

L’Europa rischia di diventare il nuovo terminale dell’ondata di merci cinesi respinte dagli Stati Uniti. Dopo l’inasprimento dei dazi deciso da Donald Trump, Pechino ha iniziato a dirottare parte della propria produzione verso l’Eurozona, dove le barriere commerciali restano più basse e la domanda di beni a basso costo è ancora sostenuta. L’effetto si sta già facendo sentire tra le aziende europee, costrette a fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita da parte di prodotti cinesi spesso sostenuti da ingenti sussidi pubblici e venduti a prezzi con cui i produttori locali difficilmente riescono a competere. La sovrapproduzione cinese, alimentata da una domanda interna debole e da politiche industriali espansive, cerca ora nuovi sbocchi in mercati aperti come quello europeo. Le conseguenze vanno oltre il semplice equilibrio commerciale. Un afflusso massiccio di prodotti cinesi nell’Eurozona potrebbe infatti contribuire a raffreddare ulteriormente l’inflazione, già in calo rispett...