Ho accolto con piacere, e ne sono onorato, l’invito a scrivere una recensione del volume “Sicurezza Urbana ed Integrata” per la stima sincera che nutro nei confronti dell’autore e del percorso di vita e professionale che lo ha portato a occuparsi oggi, con tanta autorevolezza, di una materia così delicata e complessa. Il testo di Francesco Zamponi, con esposizione chiara e scorrevole, offre uno sguardo ben articolato dell’intera materia, frutto dell’acume del giurista e della particolare sensibilità di chi a quell’ordinamento appartiene. I successi di polizia giudiziaria degli anni ’90 nei confronti delle associazioni mafiose, dopo l’offensiva terroristica di queste ultime, hanno determinato un’attenzione più marcata verso temi precedentemente liquidati, in termini riduttivi, come microcriminalità. Se, dunque, la sicurezza urbana è un bene complesso, composto da una pluralità di interessi pubblici, e la sicurezza integrata è una strategia multiattoriale e multifattoriale, è inevitabile conseguenza che la governance della sicurezza divenga globale, plurale e articolata. Ciò - è sempre il caso di ricordare - dentro una chiara distinzione di competenze, che però si intrecciano e si coniugano, con l’esigenza di una costante e coerente opera di coordinamento. Va rimarcato, inoltre, come la sicurezza percepita rappresenti l’altra faccia della medaglia della sicurezza, con il suo lato soggettivo, che non può tuttavia essere trascurato. Ma ci vuole cautela: se bisogna corrispondere a questa domanda psicologica dei cittadini, dall’altro non si deve cedere a politiche emozionali, perché, in senso costituzionale, la sicurezza è solo quella oggettiva, la effettiva tutela dei beni giuridici fondamentali. La nitidezza espositiva e la solida base concettuale dell’opera di Francesco Zamponi assicurano scorrevolezza di lettura e facilità di comprensione di tali aspetti ed hanno portato al suo inserimento nella “Collana Sicurezza & Intelligence”, le cui finalità e impostazioni appaiono compiutamente rispettate. Chiudo con un augurio ai tanti che sono certo leggeranno “Sicurezza Urbana ed Integrata” che possano trarre arricchimento culturale e professionale da un’opera coinvolgente e ricca di spunti che merita di essere letta con l’attenzione e la partecipazione che la materia richiede.
Il disonore è evidente. Abbandonare il popolo ucraino a chi ha distrutto le sue case, deportato i suoi bambini e cercato di annientarne l'identità significa tradire sé stessi e il mondo. II piegarsi di Trump a Putin e il trattare l'Ucraina come un fastidio riporta alla parola desueta "onore", ormai malvista perché associata a concetti apparentemente superati. Eppure, il disonore lo si vede a occhio nudo. Le parole di Mattarella, che collocano l'invasione russa nella storia europea come la riproduzione a parti invertite dei fasti osceni del Terzo Reich imperialista a caccia del suo spazio vitale, contrastano con il cinismo della Casa Bianca trumpiana, che baratta la pace con un piatto di lenticchie, le terre rare. Il disonore dell'abbandono dell'alleato, della commercializzazione della pace, emerge nella sua forma più schietta e ultimativa. Un popolo non è un concetto astratto: è fatto di vecchi e bambini, di giovani donne e uomini, delle loro case, della l...