Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto in audizione davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato nell’ambito dell’esame del Documento programmatico pluriennale 2025-2027, ha ribadito la necessità di adattare lo strumento militare italiano alle nuove sfide globali.
Secondo il ministro, “serve aumentare le forze armate professionali ed in questo senso ho detto più volte che l’operazione Strade sicure andava lentamente riaffidata alle forze di polizia”. Crosetto ha sottolineato che “siamo chiamati a costruire una protezione per la nostra nazione, una difesa più aderente ai rischi attuali”, evidenziando come la capacità di operare in un ambiente “multidominio” sia ormai imprescindibile.
L’obiettivo, ha spiegato, è predisporre uno strumento in grado di agire efficacemente “nelle città, sul mare, nei fondali marini, nei nostri cieli, nello spazio, nel sub-spazio, nell’ibrido”, mantenendo equilibrio tra forze convenzionali e tecnologie emergenti. Queste ultime, ha ricordato, “devono caratterizzare i nostri sistemi d’arma e rappresentano l’unico possibile vantaggio verso i potenziali competitor”. La difficoltà, ha aggiunto, è trovare “il difficile equilibrio tra questa alchimia”, poiché “la tecnologia non sostituisce l’uomo, ma ne amplifica la possibilità di forza”.
Crosetto ha poi richiamato l’attenzione sulle tensioni internazionali: “Il contesto globale in cui ci muoviamo segna una crescente e diffusa instabilità”. In questo quadro, il Mediterraneo allargato rimane un’area strategica e il Mediterraneo centrale un nodo essenziale per energia e commerci. La “resilienza nazionale”, ha detto, assume un peso decisivo nella tutela delle infrastrutture critiche, esposte a minacce sia fisiche sia ibride.
