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La Russia mirava a cancellare l'Ucraina. Non ci è riuscita e ora potrebbe essere sconfitta

Missili e droni colpiscono mercati, scuole e ospedali. Interi condomini giacciono in rovina. Bambini vengono sottratti alle loro famiglie e trasferiti in Russia in programmi che mirano a cancellare la loro identità. Le forze russe prendono deliberatamente di mira la popolazione civile e le infrastrutture, trasformando comunità in teatri di guerra. Eppure l'Ucraina resiste: il suo popolo non si spezza.

Quando l’offensiva terrestre si blocca, Mosca sposta la sua strategia nell’aria. Missili e droni puntano case, mercati e ospedali - obiettivi che non sono incidentali ma scelti per seminare paura e interrompere la vita quotidiana. Le difese aeree ucraine sono sotto pressione; molte comunità restano esposte. Per i civili la minaccia è concreta: la propria casa può essere distrutta da un giorno all’altro.

Questo non è un segno di forza. È la tattica di un aggressore che non riesce a prevalere sul campo e ricorre al terrorismo. Le alleanze di Mosca - dalle relazioni con Pechino al sostegno di Teheran e Pyongyang - mostrano l’ampiezza della sua ambizione. L’Europa è sotto esame: droni sorvolano i confini, vi sono minacce missilistiche ai Paesi baltici e tentativi ibridi che sondano le infrastrutture critiche. Non si tratta di episodi accidentali: sono segnali deliberati, studiati per testare la determinazione occidentale.

Eppure l’Ucraina continua a funzionare. Scuole, mercati e servizi essenziali rimangono in attività mentre la gente va avanti nonostante la paura. Le forze ucraine, dal canto loro, stanno colpendo ripetutamente infrastrutture energetiche russe, bersagliando i flussi che finanziano e alimentano la macchina bellica di Mosca.

L’Europa orientale vede con chiarezza la posta in gioco. Anche molte capitali dell’Europa occidentale percepiscono la minaccia, ma esitano a trasformare la percezione in azione. Ogni ritardo ha un prezzo: vite umane perse, deterrenza indebolita, inviti a nuovi test da parte dell’aggressore.

Questa guerra non è inevitabile. Può finire, e potrebbe finire più rapidamente se chi ha responsabilità di potere farà scelte decisive. Un sostegno militare tempestivo e risoluto, sanzioni economiche coordinate e applicate con rigore, e misure mirate per interrompere la capacità bellica russa potrebbero accelerare la sconfitta di Mosca. Agire ora con decisione ridurrebbe distruzione e sofferenza e salverebbe vite.

Porre fine rapidamente al conflitto non è semplice e non è garantito, ma è realizzabile. La vittoria non solo riaffermerebbe la sovranità ucraina e il diritto internazionale, ma darebbe all’Europa tempo e spazio per costruire un ordine postbellico sicuro e ponderato, invece di reagire a crisi successive. Le scelte che l’Europa compie oggi modelleranno la sicurezza del continente per generazioni. La Russia deve essere sconfitta - questa è la posta in gioco.

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