Un tempo, il suo nome incuteva timore. Oggi, viene compatito. L’uomo che voleva rifondare l’impero è diventato il simbolo del suo crollo. Credeva di riscrivere la storia, ma sarà travolto dalla Storia.
- Siria? Perduta.
- Iran? Abbandonato al suo destino.
- Azerbaigian e Armenia? Perduti per sempre.
- Moldova e Ucraina? Sfuggiti al controllo.
Ogni guerra, ogni menzogna, ogni illusione di potere, è stata distrutta dalla stessa arroganza che le aveva generate.
Ora resta solo il silenzio - un silenzio pesante, carico di fallimento. Un Paese soffocato dalla paura e dalla propaganda. Un potere che confonde la brutalità con la forza, l’obbedienza con la lealtà.
La storia non ricorderà le sue conquiste, ma le sue sconfitte. Non i territori presi, ma le persone uccise. La Storia lo ricorderà come un brutale assassino. Lo ricorderà come colui che ha perso tutto:
- Gli alleati
- L’influenza.
- Il futuro.
Il mondo è andato avanti. E mentre lui rimane prigioniero del suo passato, la libertà - quella vera - ha già vinto.