L'11 settembre 2025 la Procura nazionale polacca ha formalmente incriminato Tomasz L., ex dipendente dell’Ufficio di Stato Civile del Municipio di Varsavia, accusandolo di spionaggio a favore dell’intelligence civile russa. L’atto d’accusa, presentato dal procuratore della sezione masoviana del Dipartimento per la criminalità organizzata e la corruzione, sostiene che l’uomo abbia collaborato con i servizi segreti di Mosca dal 2017 al 17 marzo 2022, fornendo informazioni che avrebbero potuto arrecare danno alla Repubblica di Polonia.
Secondo le prove raccolte, Tomasz L. avrebbe sfruttato la sua posizione per accedere a documenti ufficiali custoditi negli archivi comunali, copiandoli su supporti privati e fotografandoli con il proprio telefono. Tra i materiali sottratti figurerebbero certificati di stato civile di cittadini polacchi e stranieri, corrispondenza con missioni diplomatiche, modelli di documenti ufficiali e linee guida interne. Queste informazioni, secondo la Procura, avrebbero consentito ai servizi esteri di preparare documentazione falsa per creare identità di copertura destinate ai cosiddetti “clandestini”, ossia agenti operanti sotto falsa identità. Le indagini avrebbero inoltre accertato che Tomasz L. trasmetteva le informazioni a un agente designato dell’intelligence russa attraverso comunicazioni radio camuffate, dopo aver ricevuto uno specifico addestramento dai servizi segreti di Mosca.
Il pubblico ministero contesta all’imputato due reati previsti dal Codice penale polacco. Il primo, lo spionaggio (articolo 130 § 2), punisce chi collabora con un servizio di intelligence straniero e fornisce informazioni che possano nuocere alla sicurezza dello Stato. Si tratta di una delle fattispecie più gravi previste dalla legge, punita con pene severissime: da un minimo di otto anni di reclusione fino all’ergastolo nei casi più gravi. Il secondo reato, abuso di potere da parte di pubblico ufficiale (articolo 231 § 1), riguarda i funzionari che, nell’esercizio delle proprie funzioni, eccedono i limiti delle loro competenze o utilizzano il proprio incarico in modo contrario alla legge, arrecando danno a cittadini o istituzioni. In altre parole, si contesta a Tomasz L. di aver sfruttato la propria posizione pubblica per fini illeciti, violando la fiducia e l’integrità delle strutture amministrative dello Stato.
L’uomo è stato arrestato il 17 marzo 2022 da agenti dell’Agenzia per la sicurezza interna (ABW) e, su richiesta della Procura, il tribunale ha disposto la misura cautelare della detenzione preventiva, più volte prorogata. L’ultima estensione, decisa dalla Corte d’appello di Varsavia, prevede la permanenza in custodia fino al 25 marzo 2026. Tomasz L. si è dichiarato non colpevole e ha inizialmente collaborato con gli inquirenti, salvo poi avvalersi del diritto al silenzio durante gli interrogatori successivi.
L’indagine, condotta in collaborazione con gli ufficiali dell’ABW, si è conclusa con il deferimento del caso al Tribunale distrettuale di Varsavia, dove è stato registrato con il numero di riferimento XVIII K 172/25. Il portavoce della Procura nazionale, procuratore Przemysław Nowak, ha confermato la presentazione dell’atto d’accusa, sottolineando che si tratta di uno dei casi più gravi di infiltrazione all’interno delle istituzioni civili polacche da parte dei servizi segreti russi.
