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Infanzia sotto attacco: cure psichiatriche forzate per 48 bambini ucraini nei territori occupati dalla Russia

Nelle aree temporaneamente occupate della regione di Donetsk, 48 bambini ucraini sono sottoposti a cure psichiatriche forzate con l’accusa di “estremismo”. La denuncia arriva da un rapporto presentato al Media Center Ucraina da Maria Krasnenko, esperta della ONG “Almenda”, secondo cui la Federazione Russa, perseguendo gli obiettivi della cosiddetta “operazione militare speciale”, individua come nemici non solo l’Ucraina, ma anche gli Stati Uniti e l’intero Occidente. In questo quadro, il Cremlino considera il territorio ucraino uno dei principali focolai di minaccia estremista, giustificando così una politica repressiva che non si ferma davanti a nulla. Nelle zone occupate, le autorità di fatto hanno avviato una campagna sistematica contro i presunti “dissidenti”, con un’attenzione particolare rivolta a bambini e adolescenti. L’educazione e la politica giovanile vengono utilizzate come strumenti centrali per identificare e neutralizzare chi non si conforma, sulla base di criteri stabiliti dagli occupanti che permettono di catalogare i minori come potenziali pericoli. Secondo i dati della cosiddetta “DNR”, 161 minorenni sono già stati perseguiti penalmente e 48 di loro rinchiusi in istituti psichiatrici per un trattamento coatto. Oltre a queste misure, i ragazzi vengono colpiti anche da sanzioni amministrative, tra cui multe, in un contesto che evidenzia come la repressione si concentri proprio sulle nuove generazioni, nel tentativo di piegare la resistenza e spegnere sul nascere ogni forma di dissenso.

L’organizzazione non governativa “Almenda”, a cui appartiene l’esperta che ha diffuso questi dati, è stata fondata in Crimea nel 2011 e, dopo l’occupazione russa della penisola nel 2014, si è trasferita a Kyiv, dove continua la sua attività. Il Centro di educazione civica “Almenda” lavora per difendere i diritti dei bambini e dei giovani provenienti dai territori temporaneamente occupati, assicurando loro accesso all’istruzione ucraina, documentando violazioni dei diritti umani e contrastando i processi di militarizzazione e propaganda imposti dagli occupanti. Negli anni ha contribuito al trasferimento di migliaia di studenti dalle zone occupate alle università ucraine, ha denunciato l’apertura di centinaia di classi “cadet” e “cosacche” usate per inculcare ideologia militarista e raccoglie prove delle violazioni sistematiche dei diritti dei minori per consegnarle alla comunità internazionale e ai meccanismi di giustizia. Nel 2024 la sua presidente, Mariia Sulialina, ha ricevuto il premio internazionale “Civil Rights Defender of the Year” per l’impegno a favore dei bambini vittime dell’occupazione. L’attività di Almenda, pur affrontando enormi difficoltà logistiche e rischi personali, resta oggi una delle voci più autorevoli e documentate nel denunciare ciò che accade ai minori nelle aree sotto controllo russo.

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