L’ex sindaco di Kherson, Volodymyr Mykolayenko, appare dopo la sua liberazione dalla prigionia russa.
La fotografia, che lo ritrae prima della cattura e poi al momento del rilascio, è un colpo al cuore: due volti quasi irriconoscibili, come se il tempo trascorso in detenzione fosse stato un’eternità di dolore condensata in pochi mesi.
È difficile, quasi impossibile, immaginare cosa abbia dovuto sopportare quest’uomo: la fame, l’isolamento, la paura costante, le umiliazioni, la tortura. Ogni ruga scavata, ogni sguardo spento racconta più di mille parole. La sua trasformazione è il simbolo concreto della brutalità dell’occupazione russa e del prezzo umano della resistenza.
Queste immagini non sono solo la storia personale di Mykolayenko, ma il riflesso della sofferenza di un intero popolo che resiste e paga un prezzo altissimo per la propria libertà.