"Non va consentito che della ricostruzione in Ucraina possano beneficiare anche quelle entità che hanno contribuito a finanziare la macchina da guerra russa". La premier Giorgia Meloni ne parla durante l’intervento introduttivo della call della coalizione dei Volenterosi, organizzata in collegamento da Londra con il primo ministro Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron. Il summit romano è il palcoscenico della ritrovata unità di Europa e Stati Uniti.
Questa la proposta italiana, già presente nella dichiarazione finale dell’ultimo G7 delle Finanze in Canada e approvata da tutti i membri, compresi gli americani, come ricorda il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri ne ha riparlato durante una serie di bilaterali, in particolare con l’omologo ucraino Serhiy Marchenko. Banche, aziende, enti pubblici: chiunque abbia fatto affari con la Russia non può partecipare al grande piano di rinascita dell’Ucraina che, per il momento, può contare sulla leva finanziaria dei dieci miliardi raccolti dalla conferenza romana. Nessuna caccia alle streghe, precisano dal Mef ma in questa sorta di collaborazionismo finanziario vengono calcolati anche soggetti economici che hanno aggirato le sanzioni imposte alla Russia dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, e che ora anche Trump, nel ritrovato ruolo di tutore della resistenza di Kyiv sembrerebbe voler penalizzare. Sperando che duri e non cambi nuovamente idea.
