Aveva solo 21 anni Artiom Naliato, cresciuto a Tribano, nel Padovano, e morto lunedì in un bombardamento che ha colpito un campo di addestramento in Ucraina. Un attacco improvviso e violento, che non gli ha lasciato scampo: la bomba ha centrato l’edificio in cui si trovava e, nonostante il tempestivo trasferimento in ospedale, ogni tentativo di salvarlo è stato inutile.
La notizia della sua morte ha sconvolto la comunità di Tribano, dove era arrivato da bambino dopo essere stato adottato da una famiglia del posto. Nato in Ucraina, Artiom aveva mantenuto un legame profondo con la sua terra d’origine, un filo che non si era mai spezzato. Dopo l’inizio della guerra, aveva scelto di tornare nel suo Paese natale per combattere. Una decisione consapevole, dettata dal bisogno di difendere ciò in cui credeva. Lo ha sottolineato con commozione anche il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, ricordando quanto Artiom fosse amato dalla comunità: "Ha lasciato una famiglia che lo ha accolto con amore e una comunità che gli voleva bene. È andato a combattere una guerra che sentiva sua. Il suo gesto merita rispetto, anche se oggi il dolore è immenso. Tribano perde un figlio".
Solo pochi giorni prima della tragedia, Artiom era rientrato brevemente in Italia per abbracciare la sua famiglia adottiva. Un saluto veloce, prima di tornare al fronte. Nessuno poteva immaginare che sarebbe stato l’ultimo. Il suo ricordo resta vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto, come colleghi e amici dove Artiom aveva lavorato prima di partire. Kevin Maneo, collega e amico fraterno, ha condiviso parole intense: "Ciao amico mio, sei stato un grande collega e fratello. Sei morto difendendo la tua Patria, come mi dicevi sempre. Speravo di rivederti con il tuo sorriso e la voglia di spaccare il mondo. Da oggi ci sarai tu a vegliare su di noi, saremo un uomo in più in ogni servizio. La tua luce ci guiderà anche nelle notti più buie. Mi mancherai, vola alto".
La comunità si riunirà venerdì 25 Luglio alle 21 nel Duomo di San Lorenzo a Conselve per una veglia di preghiera in suo onore. Un momento di raccoglimento collettivo, per salutare una vita giovane ma vissuta con coraggio, passione e dignità.