Isolati per lunghi periodi, privati del contatto con i familiari e con le organizzazioni internazionali, sottoposti a trattamenti inumani e degradanti e a torture.
Alcuni di loro picchiati a morte e spinti al suicidio. Crimini di guerra, che emergono dalle testimonianze degli ucraini tornati a casa dalle prigioni russe in seguito agli scambi di prigionieri.
Soldati, ufficiali, guardie di frontiera ma anche civili: secondo il New York Times a ottobre scorso nelle prigioni russe ci sarebbero ancora ottomila militari e quattordicimila civili ucraini.
L'inchiesta di Raffaella Cosentino, inviata di Rainews in Ucraina.
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