Passa ai contenuti principali

Ezio Gamba, l’allenatore di Putin si candida alla presidenza della Federazione italiana di judo

Ezio Gamba, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980, ha annunciato la sua decisione di lasciare la carica di coordinatore tecnico delle nazionali di judo della Russia. 

Ha decido di candidarsi alla presidenza della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (Fijlkam). Gamba, che era stato ingaggiato dalla Russia nel 2008, ha portato il judo a Mosca a un livello di eccellenza senza precedenti. Sotto la sua guida, la Russia ha conquistato i suoi primi ori olimpici, trasformandosi in una delle potenze mondiali della disciplina. Il suo rapporto con la Russia era stato ulteriormente rafforzato dal presidente Vladimir Putin, che non solo lo aveva voluto come allenatore, ma gli aveva anche conferito il passaporto russo. Nel 2022, con l’inizio della guerra in Ucraina, Gamba si era dimesso dall’Unione Europea Judo con questa motivazione: “Non posso accettare che il mondo del judo si divida”.

Ora, con la sua candidatura alla presidenza della Fijlkam, Gamba si propone di portare la sua esperienza al servizio dello sport italiano. In un post su Instagram, l’ex campione ha dichiarato: “Ho intrapreso quest’avventura per promuovere le discipline Fijlkam, entusiasmare coloro che si avvicinano ad esse, e restituire a chi è già nel nostro movimento il senso di appartenenza a una grande famiglia“. 

Il presidente della Federazione russa di judo (RJF), Sergei Soloveichik, aveva recentemente annunciato che il rinnovo del contratto di Gamba sarebbe stato discusso dopo i Giochi olimpici di Parigi 2024. 

In un’intervista al Corriere della Sera, Gamba ha chiarito che il suo contratto con la Russia, che scade nel 2028, è rescindibile: “Sul piano economico ci rimetto, però il presidente (Putin, ndr) ha capito che è una scelta di cuore e non si oppone”. Speriamo che qualcuno in Italia si opponga a questa candidatura. 

Post popolari in questo blog

HOSTAGE IN GAZA

Un caro amico israeliano ha voluto condividere con me questo video, realizzato in Sudafrica, per chiedere la liberazione degli ostaggi israeliani catturati dai terroristi di Hamas un mese fa. Personalmente, mi ha emozionato. La lunga linea rossa - vista dall'alto - è in effetti l'insieme dei volti e nomi di coloro che sono stati sequestrati. Aviv (2 anni), Eden (28 anni), Kfir (1 anno), Jimmy (33 anni), Gadi (80 anni), Diza (84 anni), Nili (41 anni) sono solo alcune delle 241 persone inermi che sono state rapite da Hamas. La loro unica colpa è quella di essere ebrei.  Donne, bambini ed uomini che vengono usati ora come arma di ricatto dai terroristi e che sono alla mercé di questi sanguinari tagliagole.  Chiediamo il ritorno sicuro di tutti i cittadini che sono stati presi in ostaggio dal gruppo terroristico Hamas. Non ci riposeremo fino al rilascio e ritorno a casa in sicurezza di ognuno di loro. #BringThemHome (La visualizzazione su smartphone è ottimale a tutto schermo, clic

Morto Alfredo Mantici, Vicepresidente Albo Nazionale Analisti Intelligence. Guidò gli analisti del Sisde

Malore fatale in auto su via Aurelia.  Un medico di passaggio lo ha trovato privo di sensi a bordo della sua Volkswagen. Ha cercato di rianimarlo, lo stesso hanno fatto i suoi colleghi di due ambulanze partite dai presidi di Marina di San Nicola e di Ladispoli, ma tutto è stato inutile.  Ma chi era Alfredo Mantici? Dopo essersi laureato in Medicina Mantici ha frequentato l’Accademia navale di Livorno come allievo ufficiale di Marina dove è rimasto fino al 1978 quando è entrato al Sisde.  Nei Servizi ha ricoperto vari ruoli: ha lavorato presso la Divisione Analisi e Documentazione, come direttore della Sezione Analisi e Studi e poi come vice direttore e direttore della Divisione stessa.  È stato anche vice direttore della Divisione Relazioni Estere. In seguito  ha diretto le Divisioni Contro-Minaccia Diversificata e Contro-Minaccia Economica e Industriale dal 1997 al 2000, fino alla nomina di responsabile della Scuola di addestramento del Servizio. Nel 2002 è stato nominato capo del Dip

Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato in Francia

Il creatore ed Amministratore delegato di Telegram, il miliardario Pavel Durov, è stato arrestato all'aeroporto di Parigi e messo in custodia. Da quanto si è appreso, sarebbe stato arrestato subito dopo il suo arrivo in Francia dall'Azerbaigian dove è giunto con un aereo privato.  Secondo fonti francesi, Durov è stato messo in custodia come misura restrittiva nell'ambito di in un procedimento penale. Ufficialmente le autorità non hanno ancora annunciato l'arresto di Durov. Tuttavia, sembra che le accuse mosse dalle autorità francesi nei confronti di Durov siano connesse con il fatto che Telegram, di fatto agevoli il traffico illegale di droga, i crimini di pedopornografia e altre frodi. Questo perché Telegram rifiuta di collaborare con le autorità. Fonti vicine agli investigatori sostengono che nei confronti di Durov fosse stato emesso un mandato di cattura che, appena l'uomo d'affari è giunto in Francia, ha fatto scattare l'arresto. Resta da capire come mai