Le autorità italiane hanno intercettato e sequestrato due droni militari di fabbricazione cinese destinati alla Libia e mascherati da turbine eoliche.
Lo hanno riferito la polizia doganale e l'agenzia delle dogane italiana.
Alcune componenti per l'assemblaggio di droni ad uso bellico sono state sequestrate nel porto di Gioia Tauro dal comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza. I pezzi, di provenienza cinese e contenute in sei container, erano diretti in Libia.
A individuare le componenti è stato uno scanner dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli, dopo che erano state riscontrate anomalie nelle documentazione doganale che le accompagnava. Il carico dichiarato del container era di componentistica per generatori eolici di energia.
L'intercettazione di droni a Gioia Tauro è avvenuta grazie alla condivisione di informazioni utili da parte dell'intelligence statunitense.
Secondo i funzionari doganali, sono stati confiscati perché la Libia devastata dalla guerra civile è soggetta a un embargo internazionale sulle armi.
I materiali sono stati sequestrati su una nave portacontainer diretta dal porto cinese meridionale di Yantian a Bengasi, un porto nella Libia orientale controllata dal comandante militare Khalifa Haftar, sostenuto in particolare dalla Federazione Russa.
Prima di ciò, l'ambasciatore degli Stati Uniti presso la Repubblica popolare cinese, Nicholas Burns, aveva affermato che la Cina non è neutrale nella guerra di aggressione che la Russia sta conducendo contro l'Ucraina.