Passa ai contenuti principali

Gli amici occidentali di Putin


Ci sono alcuni che continuano a riproporre, come un disco rotto, la propaganda russa secondo cui in qualche modo la NATO avrebbe provocato la Russia ad attaccare l'Ucraina. 

Oggi desidero focalizzarmi su due personaggi che sottolineano ripetutamente che l’espansione della NATO ha provocato la Russia: Nigel Farage e Jeffrey Sachs.

“La Nato non dovrebbe allargarsi, perché questo minaccia la sicurezza della Russia”, ha detto Jeffrey Sachs nella sua intervista a Isaac Chotiner del New Yorker del 27 febbraio 2023. Lo stesso argomento è stato riproposto, appena pochi giorni fa, da Nigel Farage, leader del partito britannico Reform UK, che in un'intervista ha detto: “L’Occidente ha provocato la Russia sulla guerra in Ucraina”.

Forse è opportuno spolverare un buon libro di storia. Nel 1939, furono l’Unione sovietica e la Germania nazista a invadere la Polonia. Nel 1940 fu l’Unione sovietica a invadere i Paesi baltici. Nel 1940 fu l’Unione sovietica ad annettere parti della Romania. Nel 1956 fu l’Unione sovietica a invadere l’Ungheria. Nel 1968 fu l’Unione sovietica a invadere la Cecoslovacchia. 

Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia, Romania, Ungheria o Cecoslovacchia non hanno invaso la Russia o l’Unione sovietica. Da questi Stati non proveniva alcuna minaccia, ma questi Paesi sono stati attaccati dall’Urss/Russia. Ecco perché sono voluti entrare nella NATO. Da quando sono entrati nell’Alleanza, nessuno di essi è stato più attaccato dalla Russia. 

Proprio come questi Paesi, l’Ucraina, il cui bilancio militare era di appena 2,9 miliardi di dollari nel 2013 (ossia prima dell'aggressione russa),  aspirava ad avere sicurezza e pace. La Russia, il cui bilancio militare nel 2013 ammontava a 68 miliardi di dollari, è oramai una evidente minaccia non solo per l'Ucraina ma per la sicurezza globale.

Considerato che l’accordo dell’Ucraina di rinunciare alle armi nucleari nel 1994 in cambio di “garanzie” di sicurezza da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Russia (!) non ha impedito l’aggressione russa, attualmente l’unica garanzia credibile è l’adesione dell'Ucraina alla NATO. Anche la Finlandia e la Svezia hanno chiesto l’adesione alla NATO in risposta all’aggressione russa dell'Ucraina.

Peraltro, l'argomento della "promessa tradita" della NATO alla Russia, oramai parte del repertorio di propaganda del Cremlino da tempo immemore, si basa su un presupposto falso. La NATO non ha mai fatto quella promessa. Questo falso mito si basa sul contenuto del discorso tenuto dal segretario di Stato americano James Baker durante un incontro con Mikhail Gorbachev nel febbraio 1990. L'unico accordo formale firmato tra i Paesi della NATO e I'URSS, prima della sua disgregazione nel 1991, fu il Trattato di Accordo Finale con la Germania, in base al quale non ci sarebbero state truppe NATO e armi nucleari nella Germania orientale.

L'argomentazione ripetuta allo sfinimento dagli amici del Cremlino, volutamente non tiene in considerazione il principio elementare di causa/effetto. Fino al 2013, solo il 20-30% circa degli ucraini (a seconda del sondaggio) era favorevole all'adesione alla NATO. Dopo l'annessione della Crimea, quel numero è salito a oltre il 50%. E dopo l'invasione su vasta scala del 2022, il 90% degli ucraini afferma di volere che l'Ucraina aderisca alla NATO. Quindi, è l'aggressione russa (causa) che ha spinto l'Ucraina verso la NATO (effetto). È l'aggressione russa che ha costretto Svezia e Finlandia ad aderire alla NATO.

C'è la pervicace volontà dei propagandisti di tralasciare la storia russa. Facciamo, dunque, un breve ripasso. Negli ultimi 100 anni, la Russia ha attaccato e invaso dozzine di altri Paesi. Solo per citarne alcuni:

  • 1939 Finlandia
  • 1939 Polonia
  • 1956 Ungheria
  • 1968 Cecoslovacchia
  • 1992 Moldova
  • 1994-1999 - Cecenia
  • 2008 - Georgia
  • 2014-2024- Ucraina

Allora perché questi personaggi continuano a ripetere acriticamente gli argomenti della propaganda di Mosca? Ottima domanda. La risposta potrebbe essere la più ovvia: ne sono parte.

Post popolari in questo blog

HOSTAGE IN GAZA

Un caro amico israeliano ha voluto condividere con me questo video, realizzato in Sudafrica, per chiedere la liberazione degli ostaggi israeliani catturati dai terroristi di Hamas un mese fa. Personalmente, mi ha emozionato. La lunga linea rossa - vista dall'alto - è in effetti l'insieme dei volti e nomi di coloro che sono stati sequestrati. Aviv (2 anni), Eden (28 anni), Kfir (1 anno), Jimmy (33 anni), Gadi (80 anni), Diza (84 anni), Nili (41 anni) sono solo alcune delle 241 persone inermi che sono state rapite da Hamas. La loro unica colpa è quella di essere ebrei.  Donne, bambini ed uomini che vengono usati ora come arma di ricatto dai terroristi e che sono alla mercé di questi sanguinari tagliagole.  Chiediamo il ritorno sicuro di tutti i cittadini che sono stati presi in ostaggio dal gruppo terroristico Hamas. Non ci riposeremo fino al rilascio e ritorno a casa in sicurezza di ognuno di loro. #BringThemHome (La visualizzazione su smartphone è ottimale a tutto schermo, clic

Morto Alfredo Mantici, Vicepresidente Albo Nazionale Analisti Intelligence. Guidò gli analisti del Sisde

Malore fatale in auto su via Aurelia.  Un medico di passaggio lo ha trovato privo di sensi a bordo della sua Volkswagen. Ha cercato di rianimarlo, lo stesso hanno fatto i suoi colleghi di due ambulanze partite dai presidi di Marina di San Nicola e di Ladispoli, ma tutto è stato inutile.  Ma chi era Alfredo Mantici? Dopo essersi laureato in Medicina Mantici ha frequentato l’Accademia navale di Livorno come allievo ufficiale di Marina dove è rimasto fino al 1978 quando è entrato al Sisde.  Nei Servizi ha ricoperto vari ruoli: ha lavorato presso la Divisione Analisi e Documentazione, come direttore della Sezione Analisi e Studi e poi come vice direttore e direttore della Divisione stessa.  È stato anche vice direttore della Divisione Relazioni Estere. In seguito  ha diretto le Divisioni Contro-Minaccia Diversificata e Contro-Minaccia Economica e Industriale dal 1997 al 2000, fino alla nomina di responsabile della Scuola di addestramento del Servizio. Nel 2002 è stato nominato capo del Dip

Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato in Francia

Il creatore ed Amministratore delegato di Telegram, il miliardario Pavel Durov, è stato arrestato all'aeroporto di Parigi e messo in custodia. Da quanto si è appreso, sarebbe stato arrestato subito dopo il suo arrivo in Francia dall'Azerbaigian dove è giunto con un aereo privato.  Secondo fonti francesi, Durov è stato messo in custodia come misura restrittiva nell'ambito di in un procedimento penale. Ufficialmente le autorità non hanno ancora annunciato l'arresto di Durov. Tuttavia, sembra che le accuse mosse dalle autorità francesi nei confronti di Durov siano connesse con il fatto che Telegram, di fatto agevoli il traffico illegale di droga, i crimini di pedopornografia e altre frodi. Questo perché Telegram rifiuta di collaborare con le autorità. Fonti vicine agli investigatori sostengono che nei confronti di Durov fosse stato emesso un mandato di cattura che, appena l'uomo d'affari è giunto in Francia, ha fatto scattare l'arresto. Resta da capire come mai