Il trasferimento di bambini da un gruppo etnico all'altro è un genocidio. Questo è ciò che fanno i russi in Ucraina
Nel novembre dello scorso anno, il leader del partito pro Cremlino "Russia Giusta", Sergej Mironov definì le informazioni sul rapimento a Kherson, allora occupata, e sull'adozione della bambina di 10 mesi Marharyta Prokopenko "un falso dei servizi speciali ucraini e i loro curatori occidentali".
Tuttavia, con l'aiuto dell'ufficio del difensore civico, il giornalista Andrii Tsaplienko è riuscito a scoprire dettagli, precedentemente sconosciuti, su come la famiglia Mironov sia riuscita a rapire bambini ucraini per poi trasferirli in Russia.
Grazie a questa inchiesta si sa dov'è si trovi attualmente almeno una di loro, Marharyta.
Yulia Usenko, capo del Dipartimento per la protezione dell'infanzia della Procura generale, ha detto: "Un certificato di nascita falso è la prima cosa che viene fatta in Russia per rendere impossibile il ritrovamento dei bambini ucraini rapiti. In questo modo vengono completamente cambiate le generalità dei piccoli sottratti".
Ecco cosa è accaduto anche in questo caso. D'ora in poi, come scritto nel nuovo certificato, la piccola Marharyta Prokopenko, non sarà più una bimba ucraina, ma si chiamerà Maryna Mironova, e risulterà nata nella regione di Mosca.
"È improbabile - ha aggiunto Yulia Usenko - che Mironov, Deputato della Duma di Stato della Federazione Russa, non sappia di essersi macchiato di un crimine gravissimo, che si configura come genocidio".
Purtroppo, quello di Marharyta non è un caso isolato, ma è parte del progetto criminale del Cremlino che sottrae bambini ucraini per russificarli.