La Repubblica ceca ha proposto di limitare la circolazione dei diplomatici russi nello spazio Schengen
L'Unione Europea sta discutendo la proposta ceca di vietare ai diplomatici russi di circolare liberamente all'interno dell'area Schengen. La Repubblica ceca si è lamentata del fatto che le potenziali spie stavano sfuggendo al monitoraggio grazie alla zona senza confini dell'UE.
Dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, I governi dell’Unione europea hanno espulso centinaia di diplomatici russi, sostenendo che fossero in realtà agenti dell'intelligence. Tuttavia, alcuni Paesi stanno ancora rilasciando visti agli inviati di Mosca, dando loro accesso alla zona Schengen e il diritto di spostarsi senza restrizioni in 24 dei 27 Stati membri, oltre alla Svizzera, alla Norvegia e all'Islanda.
La scorsa settimana Praga ha fatto circolare un documento contenente alcune proposte per prevenire questa minaccia, chiedendo che possa essere parte dei negoziati sulla 12° pacchetto di sanzioni dell'UE contro Mosca, che gli Stati membri devono ancora approvare. Il Paese dell'Europa centrale ha espulso più di 70 russi l'anno scorso in relazione alla guerra in Ucraina e Il presunto coinvolgimento della Russia in un attacco del 2014 su un magazzino di munizioni che ha ucciso due persone.
La Repubblica ceca ora vuole che i diplomatici russi ricevano visti e permessi di soggiorno che consentano solo di viaggiare all'interno del Paese ospitante e non nel resto dello spazio Schengen. Vuole inoltre che l'UE accetti solo passaporti biometrici, che sono più difficili da creare o collegare a identità false. Una questione particolare sollevata da Praga è quella dei funzionari che hanno ottenuto visti dall'Austria per lavorare presso le istituzioni delle Nazioni Unite di Vienna, che però – in ragione del visto ricevuto – sono in grado di recarsi nella Repubblica ceca o altrove.
“Ci sono agenti del GRU (l’intelligence militare russa) e degli altri servizi russi che arrivano nel territorio ceco. A Schengen è molto complicato controllare questo", ha detto un diplomatico dell'UE.
Il dibattito è ancora nelle sue prime fasi e le complesse implicazioni giuridiche che una simile misura potrebbe avere portano a ritenere che sia improbabile che qualsiasi cambiamento significativo in materia possa rientrare già nel pacchetto attualmente in discussione. Le proposte sono state inviate alle capitali europee dalla Commissione europea la scorsa settimana e i governi stanno ancora discutendo.