Nekrasov è il terzo dirigente della Lukoil a morire dall'inizio della guerra in Ucraina, per lui si parla di "attacco di cuore".
Lukoil è una delle pochissime aziende russe ad aver criticato apertamente la guerra in Ucraina. Per questo la morte improvvisa del manager Vladimir Nekrasov, a 66 anni, ha fatto storcere il naso a qualcuno. La compagnia petrolifera russa, come riporta la Tass, parla di insufficienza cardiaca acuta. Eppure in molti ritengono, senza alcuna conferma, che possa esserci ancora una volta la mano del Cremlino.
Nekrasov, terzo dirigente Lukoil morto da inizio guerra
Nato nel 1957, Nekrasov aveva lavorato nell'industria del petrolio e del gas per quasi 50 anni. Nekrasov è il terzo dirigente della Lukoil a morire dall'inizio della guerra in Ucraina. Nel settembre 2022, il presidente della compagnia Ravil Maganov era caduto da una finestra in un ospedale di Mosca, mentre Alexander Subbotin, un altro ex top manager, era stato trovato morto nella casa di uno sciamano nel maggio 2022 a Mytishchi, a nord-est di Mosca.
Altri oligarchi e funzionari pubblici russi sono morti in circostanze poco chiare dall'inizio del conflitto, nel febbraio del 2022. Come il viceministro della Scienza Pyotr Kucherenko, deceduto dopo un malore in volo a 46 anni, che si era schierato contro l'invasione.
Il precedente di un anno fa
Nel settembre 2022 era morto Ravil Maganov, 67 anni: lui era caduto dalla finestra di un ospedale di Mosca. Un'altra delle morti "sospette" in Russia. Solo pochi mesi prima era morto anche il miliardario Alexander Subbotin, top manager trovato morto per un attacco cardiaco e secondo alcune fonti vittima di un avvelenamento.
E loro sono solo gli ultimi uomini d'affari e oligarchi morti in circostanze poco chiare dopo l'invasione della Russia in Ucraina nel 2022.