L’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, ha così commentato: “La visita a Kyiv del Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giorgia Meloni, alla vigilia dell’anniversario dell’invasione su vasta scala del suolo ucraino da parte della Russia, è senza dubbio un segnale forte del sostegno dell’Italia all’Ucraina e al popolo ucraino in questo periodo difficile per il nostro Paese”, aggiungendo: “Siamo sinceramente grati all’Italia per la sua posizione chiara e incrollabile sulla sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina che è stata ripetutamente espressa dai nostri amici italiani nell’arena politica internazionale”.
Il disonore è evidente. Abbandonare il popolo ucraino a chi ha distrutto le sue case, deportato i suoi bambini e cercato di annientarne l'identità significa tradire sé stessi e il mondo. II piegarsi di Trump a Putin e il trattare l'Ucraina come un fastidio riporta alla parola desueta "onore", ormai malvista perché associata a concetti apparentemente superati. Eppure, il disonore lo si vede a occhio nudo. Le parole di Mattarella, che collocano l'invasione russa nella storia europea come la riproduzione a parti invertite dei fasti osceni del Terzo Reich imperialista a caccia del suo spazio vitale, contrastano con il cinismo della Casa Bianca trumpiana, che baratta la pace con un piatto di lenticchie, le terre rare. Il disonore dell'abbandono dell'alleato, della commercializzazione della pace, emerge nella sua forma più schietta e ultimativa. Un popolo non è un concetto astratto: è fatto di vecchi e bambini, di giovani donne e uomini, delle loro case, della l...