Tre persone – due uomini e una donna, rispettivamente di 41, 46 e 35 anni – sono state arrestate a Grays, nell’Essex, con l’accusa di aver fornito assistenza all’intelligence russa. L’operazione, condotta dal comando antiterrorismo della Metropolitan Police, si inserisce in un quadro che da tempo inquieta le autorità britanniche: la crescente attività dei servizi segreti di Mosca sul suolo del Regno Unito.
Gli arrestati sono stati interrogati a Londra e poi rimessi in libertà su cauzione, mentre le indagini proseguono nel massimo riserbo. Le loro identità e nazionalità restano coperte, ma le autorità hanno confermato che non si tratta di cittadini russi. L’accusa, formulata in base al National Security Act entrato in vigore nel 2023, è quella di aver “assistito un servizio di intelligence straniero”, una delle nuove fattispecie di reato introdotte per colmare le lacune normative contro l’ingerenza estera.
Secondo Dominic Murphy, a capo dell’antiterrorismo, si registra una “impennata” di soggetti reclutati come proxy, cittadini comuni agganciati e convinti a lavorare per Stati ostili senza apparire come spie tradizionali. Sono figure difficili da identificare: possono raccogliere informazioni, monitorare obiettivi sensibili, diffondere disinformazione o perfino svolgere azioni di sabotaggio. Un modello operativo che consente alla Russia di estendere la propria influenza senza esporre agenti ufficiali.
Non si tratta di un fenomeno isolato. Nei mesi scorsi sei cittadini bulgari sono stati condannati per aver svolto attività a beneficio di Mosca, mentre due britannici reclutati dal gruppo Wagner hanno incendiato un deposito legato alle spedizioni di aiuti verso l’Ucraina. Lo stesso direttore del MI5, Ken McCallum, ha denunciato un rilancio delle operazioni russe, finalizzate a seminare divisioni interne, alimentare il caos e logorare il sostegno a Kiev.
L’arresto nell’Essex, al di là del suo esito giudiziario, ha dunque un'alta valenza. Londra vuole ribadire che la minaccia dello spionaggio non è un retaggio del passato ma una realtà quotidiana, subdola e sempre in agguato. La Russia, attraverso reti di “agenti per procura”, punta a infiltrarsi nelle pieghe della società britannica per minarne le istituzioni democratiche. E il messaggio delle autorità è chiaro: chiunque pensi di farsi coinvolgere in attività ostili per conto di potenze straniere dovrà fare i conti con la legge.
