Questo è il vero coraggio: l'eroismo di fronte al grande male. Mariia ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la dittatura e il cosiddetto "ruskiy mir".
Il 17 gennaio 2025, il giorno dopo il suo 24° compleanno, Maria è stata uccisa vicino a Pokrovsk. Dieci giorni dopo, Lukashenko ha "vinto" un'altra elezione farsa in Bielorussia.
Nel 2020, durante le proteste di massa contro la dittatura in Bielorussia, Mariia, a soli 19 anni rimase ferita. Una profonda ferita che le aveva lasciato una vistosa cicatrice sulla tempia, causata da una granata stordente lanciata dalle forze di sicurezza sulla folla dei manifestanti. A causa dell'esplosione, aveva perso quasi completamente l'udito dall'orecchio destro.
Nel 2022, si trovava in Repubblica Ceca quando apprese la tragica notizia dell'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina. Fin dal primo giorno, iniziò a fare volontariato e ad offrire il proprio aiuto.
"Non voleva sentirsi una vittima, ferita dal regime. Voleva dimostrare di essere una forza attiva, in grado di agire", ha detto Kristina Shyenok, rappresentante dell'ufficio di Svetlana Tikhanovskaya.
Nella primaverra del 2023, Mariia è andata in prima linea. È arrivata al campo di addestramento della Seconda Legione Internazionale di Difesa dell'Ucraina. Ruslan Romashchenko, che all'epoca era il comandante del battaglione ha detto: "Ero stupito che una ragazza così piccola avesse deciso di unirsi alla lotta e di entrare a far parte di un'unità di combattimento".
Dopo essere stata ferita in prima linea durante l'evacuazione dei soldati feriti come unità medica, ha insistito per diventare un cecchino. Ha combattuto e ha dato la sua vita per la libertà, l'indipendenza e, soprattutto, affinché la Bielorussia e l'Ucraina potessero essere liberate dal giogo di Mosca.
Non permettiamo che questo sacrificio sia stato vano.