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Il parlamento ungherese non vota sull'adesione della Svezia alla NATO


Il parlamento ungherese non ha potuto votare, lunedì 5 febbraio, sull'adesione della Svezia alla NATO a causa della mancanza del quorum. 

Alla seduta non hanno partecipato i rappresentanti dell'Unione civile ungherese (FIDES), il partito guidato dal primo ministro Viktor Orban. L'ufficio stampa di Fidesz ha riferito che il partito è pronto a discutere la richiesta della Svezia se il primo ministro Ulf Kristersson incontrasse prima Viktor Orban. “Se questa è una questione importante per gli svedesi, allora ovviamente il Primo Ministro svedese verrà a Budapest” risponde Fides alla richiesta della Reuters. 

In precedenza, Kristersson aveva rifiutato l'invito di Orban, offrendosi invece di discutere tutte le questioni bilaterali in un incontro a Bruxelles.

Su iniziativa dei partiti dell'opposizione è stata appositamente convocata una riunione straordinaria per discutere la richiesta della Svezia di aderire alla NATO, ma i rappresentanti di Fidesz l'hanno boicottata. Ora la questione potrebbe essere sollevata in uno dei prossimi incontri parlamentari: la prossima sessione inizierà alla fine di febbraio. I rappresentanti dei partiti dell'opposizione hanno condannato il comportamento dell'Unione civile ungherese. La deputata della Coalizione Democratica Agnes Vadai ha detto che Orban "vuole compiacere Putin minando l'unità della NATO".

La Svezia, a lungo un Paese neutrale, ha chiesto di aderire alla NATO insieme alla Finlandia nella primavera del 2022, poco dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. Affinché un Paese possa aderire alla NATO, è necessario il consenso di tutti gli Stati dell’Alleanza: prima dell’ammissione della Finlandia ce n’erano 30. Il processo di ratifica della richiesta della Svezia è stato ritardato a causa della posizione di Ungheria e Turchia.

La Turchia ha approvato la richiesta nel gennaio di quest’anno. Pertanto, l’Ungheria è rimasta l’unico Paese della NATO che impedisce alla Svezia di aderire all’Alleanza atlantica. 

Il governo di Viktor Orban e lui stesso continuano a mantenere i legami con Mosca anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina e si oppongono alle sanzioni anti-russe e al sostegno dell’UE all’Ucraina.

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